Storia della Chiesa
XV-XVI: La Chiesa della SS. Trinità affonda le sue radici nella storia di un’antica comunità di monache Gesuate, sorta in Bologna verso la metà del XV secolo nella via allora detta Borgo Arruffato, poi San Pietro Martire ed ora via Orfeo. Si trattava di un piccolo gruppo di donne, riunite in confraternita sotto la regola dell’Ordine dei Gesuati, ordine che ebbe origine dal beato Giovanni Colombini nel 1367 (l’iniziatrice del ramo femminile fu in verità la cugina, beata Caterina. I due rami ebbero destini diversi: mentre il ramo maschile fu soppresso nel 1668 da papa Clemente IX, quello femminile si protrasse in Italia fino al 1872). XVII-XVIII: Nel corso del tempo, essendo divenuta assai significativa e più numerosa la presenza delle religiose, la comunità sentì l’esigenza di ampliare il convento e di fabbricare una nuova chiesa per uso sia interno che pubblico: a questo proposito, fra il 1634 e il 1648, le monache acquistarono una serie di edifici e di terreni nel territorio compreso fra le vie de’ Buttieri e S. Stefano. Nel 1662 vi fu la posa della prima pietra della nuova chiesa il cui progetto era stato redatto dall’architetto bolognese Francesco Martini. Dopo varie vicissitudini, che implicarono successive interruzioni dei cantieri e relativi ritardi nella prosecuzione dei lavori, il 21 giugno del 1750 la nuova chiesa della SS. Trinità venne consacrata da mons. Lattanzio Felice Sega. L’apertura al culto della nuova chiesa coincise con la definitiva chiusura dell’antica chiesa “angusta e di nessuna importanza” di Borgo Orfeo. XVIII-XIX: Nel 1797, entrò in vigore in Italia il primo decreto napoleonico di soppressione degli ordini religiosi. Tra i primi ad esserne colpiti in Bologna, vi furono i Frati Osservanti dell’Ordine Agostiniano i quali, già dal 1557, reggevano la Parrocchia di S. Biagio situata allora all’angolo fra le vie S. Stefano e Guerrazzi (allora ‘Cartoleria Nuova’): la chiesa fu chiusa e profanata, il convento venduto e la Parrocchia (nelle sue funzioni) traslocata nella chiesa delle monache della SS. Trinità. La comunità delle monache – dopo aver ceduto alcuni locali per adibirli ad abitazione del parroco della nuova Parrocchia di S. Biagio nella Trinità – fu obbligata (con decreto del 25 giugno 1798) a trasferirsi nei locali del vicino monastero di S. Pietro Martire situato in via Orfeo e già appartenuto ad una comunità di monache domenicane a loro volta costrette a trasferirsi altrove. Il trasloco non fu immediato: la comunità lasciò il monastero non prima del 30 gennaio del 1799; tutto il complesso, compresi gli orti e i fabbricati adiacenti, passò al Demanio che lo vendette a diversi privati. (sintesi a cura di C. Nocenti – per approfondimenti vd. M. Fanti, G. Fornasini, O. Mischiati, C. Degli Esposti, La chiesa della SS. Trinità in Bologna, Costa Editore, Bologna 2001, copie disponibili in sacrestia) |